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Piano casa: al 10% la cedolare, sconto Irpef alle “popolari” e più soldi ad affitti e mutui giovani

Piano Casa 2014Grazie al decreto approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, il nuovo piano casa apporterà una serie di decisivi cambiamenti nel settore, a cominciare dalle agevolazioni fiscali per i contratti a canone concordato, passando per l’aumento di 100 milioni del fondo per l’affitto, fino agli sconti sull’Irpef per chi abita una casa popolare.

Nel dettaglio, scende dal 15% al 10% la cedolare secca (l’imposta unica per i proprietari di immobili affittati) ma solo per gli alloggi a canone concordato e quelli per studenti universitari. L’obiettivo è quello di aumentare l’offerta di alloggi a canone ridotto, e allo stesso tempo di ridurre il nero sugli affitti. Rientrano nello sconto fiscale i nuovi contratti ma anche quelli già in corso.

Il nuovo piano casa ha in progetto anche il recupero degli alloggi pubblici attraverso interventi di risparmio energetico finanziati da fondi già a bilancio del ministero e non impiegati. Si tenterà in questo modo di andare incontro alle difficoltà abitative delle famiglie a basso reddito ma anche di rilanciare l’occupazione nel settore edile I primi alloggi recuperati verranno assegnati alle famiglie a basso reddito e con disabili a carico.

Oltre al recupero è previsto un piano di dismissioni degli alloggi di edilizia pubblica, con la possibilità per gli Istituti autonomi case popolari (Iacp) di fissare i prezzi di vendita e offrire mercato anche le case abitate da inquilini ormai privi dei requisiti di reddito per avere diritto ad un alloggio sociale. La possibilità di riscatto dovrebbe passare attraverso un fondo per la concessione di mutui a tassi agevolati per mettere gli inquilini in condizione di poter effettuare l’acquisto pagando una rata di mutuo di importo circa pari al canone di locazione in precedenza versato. Per gli inquilini degli alloggi sociali arriverà inoltre una detrazione fiscale di 900 euro per redditi fino a 15.000 euro e a 450 euro per redditi sopra questa soglia e fino ai 31.987 euro. I titolari di contratti di affitto negli alloggi sociali potranno anche ottenere l’appartamento “a riscatto” dopo un periodo di affitto minimo di sette anni, ma solo se la stipula è stata effettuata dopo l’entrata in vigore del decreto.

Verrà inoltre rifinanziato il cosiddetto fondo affitti, vale a dire il fondo che protegge gli affittuari dal rischio di morosità dovuta a contingenze momentanee, come la perdita del lavoro. Rifinanziato anche il fondo per l’accesso ai mutui delle giovani coppie.
Infine, il decreto legge si schiera evidentemente in modo drastico contro le occupazioni degli alloggi pubblici: gli abusivi non avranno accesso ad allaccio delle utenze e residenza anagrafica.

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