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Direttiva “Case Green” e l’impatto sul mercato immobiliare italiano: nel mirino tre case su quattro

La direttiva “Case Green” è il provvedimento avanzato dalla Commissione europea per riqualificare il parco immobiliare dell’Unione Europea migliorando le prestazioni energetiche degli edifici.

Approvata la Direttiva Case Green per riqualificare il parco immobiliare dell’Ue migliorando le prestazioni energetiche degli edifici.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA CASA GREEN

Il 14 marzo 2023 il Parlamento europeo ha approvato la revisione della Direttiva sull’efficienza energetica in edilizia (Energy Performance of Buildings Directive – EPBD – o Direttiva Case Green) che ha l’obiettivo di aumentare il numero di ristrutturazioni per ridurre il consumo energetico e le emissioni nel settore edile.

Con questo provvedimento l’Unione Europea dà il via a una vera rivoluzione ecologica del comparto edilizio: ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere le emissioni zero entro il 2050. E ancora, tutti i nuovi immobili dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli già esistenti dovranno rientrare nella classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. 

Sono esclusi dalla Direttiva “Case Green” tutti i monumenti e gli edifici storici considerato il loro valore architettonico o storico, le chiese e i luoghi di culto. Inoltre, gli stati membri dell’Ue potranno estendere le esenzioni anche a edifici dell’edilizia sociale pubblica.

QUALE FUTURO PER IL RESIDENZIALE ITALIANO

L’Italia ha visto crescere il proprio patrimonio edilizio tra il 1960 e il 1980, un’epoca antecedente alla Legge 10/1991 (norma che regola i consumi dell’energia negli edifici privati e pubblici) in cui le tematiche del risparmio energetico, della tutela dell’ambiente e dell’edilizia green non erano ancora emerse. Per questo motivo la Direttiva Europea discussa e approvata in Commissione al Parlamento Europeo avrà un forte impatto sul settore immobiliare nei prossimi anni: il 74% delle abitazioni presenti sul territorio nazionale apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D e, di conseguenza, inadatte a rispettare le prestazioni energetiche richieste.  

Per limitare l’inevitabile rallentamento del percorso nazionale di transizione energetica immobiliare, sarà necessaria una politica di incentivazione fiscale appropriata da parte del Governo che tenga conto degli sviluppi legati alla Direttiva “Case Green”, alla brusca frenata del Superbonus e alle banche che ridurranno l’accesso al credito in merito all’acquisto o alla riqualificazione degli immobili di minore qualità (classe energetica inferiore).

Tuttavia, poiché lo scenario presentato è ancora in fase di definizione – manca ancora il trilogo, cioè la fase di negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione europei che porterà al testo definitivo – e visti gli obiettivi ambiziosi di riqualificazione che secondo l’Abi (Associazione bancaria nazionale) sono difficilmente raggiungibili nei tempi previsti, nei passaggi finali della Direttiva ci saranno sicuramente delle variazioni con più elementi di proporzionalità e flessibilità per il nostro mercato residenziale.

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