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La dura vita dell’agente immobiliare tecnologico

L’agente immobiliare italiano ha un rapporto strano con la tecnologia, burrascoso, intermittente. Vive momenti di profonda repulsione, in cui dice a se stesso che tutto ciò che conta è la sua capacità innata di leggere il cliente e le situazioni di mercato, senza l’appoggio di alcuna diavoleria tecnologica; a questi però alterna periodi di travolgente passione, di profondo attaccamento, in cui tutta la sua professione sembra dover dipendere dall’acquisto – spesso compulsivo – dei più moderni strumenti digitali, siano essi funzionali alla sua attività, oppure no.

Quando questo avviene, l’agente immobiliare investe senza timore importanti porzioni di budget in sottoscrizioni a nuovi software gestionali, ai più innovativi valutatori elettronici, a quanti più portali di annunci si possa iscrivere. Per non parlare del ricorso all’intelligenza artificiale oggi in auge grazie ai prodigi di ChatGPT, altro dispositivo che potrebbe essere di incredibile aiuto alla professione se venisse adoperato come parte di una strategia precisa.

E poi, i social network. Mille identità, una moltitudine inenarrabile di profili, pagine, contenuti sovrapposti. Insomma, non c’è un settore che comunica peggio o in modo più frammentario.

L’agente immobiliare italiano ha un rapporto strano con la tecnologia, burrascoso, intermittente ed è alla continua ricerca di soluzioni.

La conseguenza diretta di questa confusione – che non è di tutti, certo, ma di molti – la sconta purtroppo il cliente. Un principio del marketing sostiene che quando “il cliente non capisce, non compra”: vuol dire che quando si chiede a un potenziale cliente di interpretare la nostra comunicazione, o questa è immediata e focalizzata sul cuore della sua esigenza, o altrimenti è inutile, vuota.

L’agente immobiliare ha una grande responsabilità e un grande potere: è il detentore delle informazioni che muovono il mercato degli immobili in Italia. Sono queste informazioni – su immobili e clienti – a rappresentare la chiave per evolvere la professione; e non, dunque l’utilizzo ingordo della tecnologia. Ma queste vanno comunicate, in modo ordinato e soprattutto differente dagli altri competitor, direttamente al cliente.

LA CHIAVE È DOTARSI DI UNO STRUMENTO “ALL IN ONE”

La soluzione sta nel crearsi un “ecosistema digitale”, vale a dire un piccolo gruppo di canali scelti in modo funzionale all’attività immobiliare, semplice e soprattutto economico, che parli dell’attività di consulenza immobiliare e dei benefici che questa porta al cliente target.

Il pensiero, mi si conceda questa digressione, va certamente in direzione di una soluzione tecnologica all in one, capace cioè di accorpare un software di CRM, un gestionale, luoghi digitali fondamentali per lavorare quali le landing page, un sito web moderno e responsive, la chat WhatsApp integrata e infine una serie di widget per “governare” le performance dell’agenzia con le statistiche!

In un’azienda come Frimm, che si occupa di servizi per la consulenza immobiliare, la centralità della comunicazione virtuosa nei confronti dell’interlocutore è un marchio di fabbrica. Solo così è possibile far percepire un alto livello di consulenza. Per questo il nostro sistema MLS è esattamente quello strumento all in one di cui parlavo poche righe fa. È pensato proprio per la gestione di un cliente oggi ultra variegato, abituato a essere trattato da altri mercati in modo più personale e più empatico.

L’articolo a cura di Giulio Azzolini, Head of Retail di FRIMM spa è uscito sul nuovo numero (aprile 2024) di SINERGIE – Persone, opinioni e tendenze dell’immobiliare italiano, il magazine cartaceo destinato alla mediazione immobiliare di Gerardo Paterna.

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